29 maggio 2006

Salviamo il Vittorio Veneto... ma chi salverà noi?

Da mesi si sente parlare dello smantellamento del Vittorio Veneto. Ormai in disarmo, si sta pensando di trasformare questa gloriosa nave in lamette da barba e scatolette di tonno.
Per evitare questo scempio, è sorta l'Associazione Nave Museo Vittorio Veneto (hanno anche un sito internet facile facile da ricordare: associazionenavemuseovittoriovenetocimeliostorico.it!). Lo scopo, si legge sul sito, è "salvare il Vittorio Veneto perché solo esso oggi rappresenta la storia italiana sul mare, la tecnologia navale italiana, perché esso può diventare una superba attrazione turistica e uno splendido centro per l’educazione al rispetto del mare e della pace".
Sarà! Però il progetto iniziale si è arenato (come già capitò qualche anno fa in Albania al glorioso vascello) nella cruda realtà: il Vittorio Veneto è pieno di amianto.
Questo aspetto, di scarso peso finché sul Vittorio Veneto ci hanno vissuto centinaia di marinai, è ora diventato una questione di primaria importanza: servono circa 300.000 (trecentomila) euro per la bonifica e né lo Stato né la Marina hanno intenzione di sborsarli.
Pare che tutti questi soldi non vogliano sborsarli neanche quelli dell'Associazione Nave Museo Vittorio Veneto. I quali hanno iniziato a bussare a cassa ovunque: Presidente della Repubblica, Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Regione Puglia, Comune di Taranto e Marina.
Alcuni consiglieri regionali tarantini hanno preso a cuore la questione (chissà che non porti qualche voto in più), impegnandosi a perorare la causa.
Pare strano però che si pensi di bonificare una nave (per quanto gloriosa) a spese di una regione che ha appena terminato il censimento dei tetti in amianto. Solo in Puglia, ne sono stati trovati più di 5.000.
La cosa simpatica è che i proprietari degli edifici da bonificare (spesso ignari della situazione in cui versano) dovranno provvedere alla rimozione dell'amianto a proprie spese. Sì, perché la legge stabilisce che sia l'inquinatore a pagare.
Questo vuol dire che migliaia di famiglie dovranno chiedere un mutuo per sanare una situazione per la quale non hanno colpa e per la quale rischiano la salute (ricordate l'articolo 32 della Costituzione? "La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti": cure gratuite sì, prevenzione no). E mentre migliaia di persone hanno vissuto sulla Vittorio Veneto senza che nessuno si preoccupasse dei rischi per la loro salute, ora che invece si vuole trasformarla in museo, ecco che per magia si cercano i soldi per la bonifica.
Salviamo il Vittorio Veneto... ma chi salverà noi dall'amianto?

1 Commenti:

At 18:53, Anonymous Anonimo said...

chi ci salverà da questo mondo impazzito?
complimenti per il blog e alla prossima!
Margot

 

Posta un commento

<< Home